martedì 16 ottobre 2012

Mozione: Sblocco Turn Over - Una Tantum - FUG - D.I.A.

Pubblichiamo la mozione parlamentare presentata e discussa alla Camera dei Deputati, in merito allo sblocco del turn over e all'utilizzo dei fondi del FUG al fine di integrare le somme necessarie alla corresponsione del 100% degli assegni una tantum per gli anni 2012 e 2013; tale attività è frutto della buona politica sindacale nell'attività di relazione tra il sindacato e i gruppi parlamentari più sensibili, non solo ai temi della sicurezza, ma anche alle condizioni di lavoro e al trattamento economico dei poliziotti e degli operatori del Comparto. Come noto il S.I.A.P. da tempo ha scelto di sostenere le istanze e le problematiche dei poliziotti in tutte le sedi, anche oltre quelle più strettamente connesse all'attività del sindacato, considerato - come a tutti noto - il difficile momento che viviamo. Inoltre la progettualità sviluppata in seno alle riunioni del Forum Sicurezza in cui abbiamo creduto sin dalla prima ora della sua istituzione, sta iniziando a produrre i suoi effetti sulle politiche generali delle materie che interessano il nostro lavoro.

L'on.le Fiano, primo firmatario insieme agli on.li Rosato, Parisi, Naccarato, Bressa, Minniti, Villecco ed altri hanno presentato una mozione alla Camera dei Deputati che impegna il Governo a sbloccare il turn over, a utilizzare prioritariamente per il 2012 e 2013 le risorse disponibili sul Fondo Unico Giustizia per la corresponsione degli assegni una tantum.
La Camera,
premesso che:
le mafie, giovandosi della crisi di liquidità dovuta alla negativa congiuntura economica, stanno sviluppando ancor più il proprio profilo criminale nelle realtà di tutto il Paese secondo una logica predatoria, come ben evidenziato nella relazione al Parlamento del 2011 dai servizi di sicurezza e informazione;
soggetti e gruppi di matrice eversiva sfruttano il disagio sociale, conseguente alla crisi economica che sta investendo il nostro Paese, per innalzare il livello di scontro con le istituzioni, come, peraltro, dimostrato dall'attentato compiuto a Genova, nel mese di maggio 2012, ai danni dell'ingegner Roberto Adinolfi, dirigente Ansaldo, e dalle precedenti campagne di invio di pacchi e lettere bomba;
centinaia di uomini sono impegnati quotidianamente in Val di Susa per assicurare la tutela dei cantieri finalizzati alla realizzazione di una linea ferroviaria di alta velocità sulla tratta Torino- Lione;
migliaia di donne e uomini delle forze dell'ordine sono impegnati quotidianamente per garantire l'ordine pubblico nelle centinaia di manifestazioni di protesta o di disagio connesse alla crisi economica che si svolgono in tutta Italia, come, per esempio, nell'ultima manifestazione di lavoratori dell'Alcoa a Roma;
migliaia di donne e uomini del soccorso pubblico sono quotidianamente impegnati nelle emergenze grandi e piccole del nostro Paese, con professionalità e abnegazione eccezionali ed in condizione di grandissime ristrettezze materiali; 

il blocco delle assunzioni previsto dall'articolo 14, comma 2, del decreto-legge n. 95 del 2012 determinerà una riduzione in tutti i Corpi dello Stato appartenenti ai comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico;
nelle sole forze del comparto sicurezza questo significherà la diminuzione di oltre 18.000 unità nel triennio, con ricadute negative anche sull'innalzamento dell'età media delle donne e degli uomini delle forze dell'ordine;
la lotta alle mafie, la garanzia dell'ordine pubblico, la capacità e la possibilità di intervento rapido per il soccorso pubblico e la promozione della legalità equivalgono ad un investimento per aumentare la competitività, la crescita e lo sviluppo economico del Paese, nonchè la sicurezza dei cittadini, che è precondizione per il mantenimento della fiducia nelle istituzioni;
i commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, prevedono per il triennio 2011-2013, rispettivamente, il divieto di superare il trattamento economico ordinariamente spettante per l'anno 2010, anche con riferimento all'assegno funzionale, al trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, agli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, previsti per il personale delle forze di polizia ed armate, e il congelamento degli effetti economici delle progressioni di carriere, dei meccanismi retributivi per classi e scatti e degli adeguamenti annuali per il personale dirigente delle forze di polizia e delle stesse Forze armate;
il legislatore, tenendo conto della specificità del comparto della sicurezza e della difesa e del soccorso pubblico, in sede di conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, ha istituito, all'articolo 8, comma 11-bis, un fondo di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012, destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle forze di polizia e delle Forze armate, interessato alle disposizioni del blocco del trattamento economico di cui ai citati comma 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78;
dopo ripetute manifestazioni sindacali, il legislatore ha previsto, con l'articolo 1 del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2011, n. 74, l'incremento del citato fondo di 115 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2011-2012 e 2013, ed ha esteso la destinazione del medesimo fondo al finanziamento di assegni una tantum, in favore del personale interessato alla corresponsione delle relative indennità, bloccate dall'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge n. 78 del 2010;
l'istituzione del citato fondo è finalizzata, come emerge anche dal dibattito parlamentare relativo ai due decreti-legge sopra richiamati e dagli impegni assunti dal Governo, ad assicurare al personale interessato una compensazione economica conseguente agli effetti relativi all'applicazione del congelamento di alcuni elementi retributivi, di cui ai citati commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decretolegge n. 78 del 2010;
i fondi disponibili per l'anno 2011 sono stati sufficienti per assecondare tutte le esigenze del personale, che ha maturato i requisiti per la corresponsione delle indennità cosiddette «congelate» nello stesso anno 2011, mentre le somme disponibili del sopra citato fondo sono del tutto insufficienti per gli anni 2012 e 2013;
in merito, in sede di conversione del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, il legislatore, all'articolo 1, comma 2, per reperire le somme necessarie al soddisfacimento delle esigenze, ha previsto espressamente l'impiego delle risorse utilizzabili del fondo unico per la giustizia;
nella versione originaria della legge di stabilità per il 2012 (legge 12 novembre 2011, n. 183) fu prevista l'abrogazione del trattamento economico accessorio per il personale della direzione investigativa antimafia;
dopo una seria azione di protesta di detto personale, il Parlamento, mostrando di aver ben compreso i gravi effetti sulla funzionalità della struttura investigativa, accolse parzialmente le istanze del personale, non cancellando il trattamento accessorio, ma riducendo di circa il 65 per cento lo stanziamento per il 2012;
in nessun altro contesto si è mai operato un taglio così forte sugli stipendi, tanto è vero che il personale in servizio presso gli uffici dei vari corpi di polizia continuano a percepire indennità specifiche in ragione dell'appartenenza ai medesimi uffici;
in attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che ha previsto per il Ministero dell'interno una riduzione di spesa, per il 2013 e per gli anni successivi, di 131 milioni di euro, è stato inopinatamente disposto un ulteriore taglio al trattamento economico accessorio del personale della direzione investigativa antimafia, di circa 2 milioni di euro, nonostante la consistente decurtazione operata sullo stesso emolumento nel 2011;
per fare ciò è stato necessario modificare la scheda del piano di formazione del relativo capitolo 2673 da «spesa obbligatoria», in quanto rientrante nella categoria dei redditi da lavoro dipendente, come correttamente riportato nella scheda del capitolo 2673 del 2012, a «spesa non obbligatoria»;
successivamente, a seguito dell'interessamento del Ministro dell'interno, è stata reintegrata la somma di 2 milioni di euro, ma è stata mantenuta la dizione «onere giuridicamente non obbligatorio»,

impegna il Governo:
ad assumere iniziative per reperire i fondi necessari a garantire l'assunzione di nuovo personale nei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico, sbloccando totalmente il limite previsto dal blocco del turn over al 20 per cento per il triennio 2012/2014; 
ad attribuire priorità all'utilizzo per il 2012 e il 2013 delle risorse disponibili sul fondo unico per la giustizia, per incrementare il fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, destinato alla corresponsione di assegni una tantum ai sensi dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, al personale delle Forze armate, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonchè ad avviare le procedure amministrativo-contabili per la  corresponsione del medesimo assegno una tantum relativo all'anno 2012;
a classificare il trattamento economico aggiuntivo per il personale della direzione investigativa antimafia nella sua formulazione originaria di «spesa avente carattere obbligatorio», trattandosi di redditi assimilabili a quelli da lavoro dipendente, e a reintegrare la somma destinata al pagamento dello stesso pari a quelle stanziate fino alla data del 31 dicembre 2011.
(1-01140) «Fiano, Rosato, Arturo Mario Luigi Parisi, Naccarato, Bressa, Minniti, Villecco Calipari,
Recchia, Touadi, Orlando, D'Alema, Tullo, Franceschini, Rossomando, Peluffo, Laganà Fortugno, Esposito, Garavini, Veltroni".