mercoledì 21 marzo 2012

PENSIONI: Presentato uno specifico Ordine del Giorno per Tavolo Tecnico di Confronto

Dopo le manifestazione di protesta del 19 marzo u.s, gli interventi a livello politico ed istituzionale e la notevole rilevanza che i media hanno dato alle nostre rimostranze, il 20 marzo rappresentanti di PD, PDL, UDC e IDV hanno presentato in risposta e condivisione della manifestazioni dei Sindacati e delle rappresentanze del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico che in questi giorni hanno denunciato il rischio che le proposte del Governo in ordine alla modifica del sistema pensionistico del Comparto, possano cancellare la specificità del Comparto, principio invece irrinunciabile che salvaguradia le specifiche peculiarità del lavoratori e degli operatori del Comparto.
  • ORDINE DEL GIORNO
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività.
La Camera, premesso che:
- l’articolo 19 della legge 183 del 4 novembre 2010 riconosce la specificità del ruolo delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nonché dello stato giuridico del personale ad essi appartenenti, in ragione delle peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali previste da leggi e regolamenti per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti;
- la proposta che il Governo ha avanzato alle Amministrazioni dei comparti in questione, sul tema della riforma pensionistica, è che i lavoratori impegnati nel comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico sarebbero impiegati fino a 63 e 65 anni mettendo anche in discussione gli attuali meccanismi compensativi;
- tale ipotesi contrasterebbe fra l’altro con la proposta avanzata dal Ministro della Difesa di accelerare l’esito del personale oggi più anziano per dare attuazione alla revisione dello strumento militare;
- risulta evidente che tale limite di anzianità produrrebbe conseguenze negative sull’efficienza del sistema della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico per la diminuzione della possibile prestanza fisica, psichica ed attitudinale del personale;
- sinora non si è svolto un confronto diretto tra il Ministro del Lavoro e le organizzazioni e rappresentanze della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo dei Vigili del Fuoco, delle rappresentanze militari delle Forze di Polizia e delle rappresentanze militari delle Forze Armate;
- nella malaugurata ipotesi dell’annullamento della specificità del comparto dovrebbero essere garantiti ai suddetti lavoratori e operatori gli stessi diritti considerati inalienabili per gli altri lavoratori dipendenti del settore pubblico quali ad esempio i part-time, la flessibilità dell’orario di lavoro in orizzontale e verticale, il diritto di sciopero con astensione da lavoro, il diritto ad esercitare altre attività lavorative purché in modo non preminente rispetto alla funzione di pubblico impiegato, i pieni diritti di associazione e sindacalizzazione per i militari e il venire meno dell’assoluta disponibilità al servizio e della qualifica permanente di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza.
- questo comparto rappresenta una risorsa fondamentale dello Stato il cui funzionamento e la cui efficienza e capacità operativa sono elementi essenziali per la tenuta delle istituzioni e per lo sviluppo del Paese;
- i lavoratori e gli operatori di questo comparto hanno il diritto di vedere salvaguardata la dignità del proprio lavoro.
IMPEGNA IL GOVERNO
A convocare un tavolo tecnico di confronto invitando tutte le organizzazioni e le rappresentanze del comparto e a chiarire sin da ora che non verrà in alcun modo disconosciuta la specificità del ruolo e dello stato giuridico del personale impiegato nelle Forze Armate, nelle Forze di Polizia e nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Roma, 20 marzo 2012

On. Emanuele Fiano
On. Alfredo Mantovano
On. Mario Tassone
On. Giovanni Paladini

domenica 18 marzo 2012

Pensioni: Torino, domani in piazza rappresentanti comparto sicurezza e soccorso pubblico

Torino, 18 mar. - (Adnkronos) - Presidio domani a Torino, davanti alla Prefettura, del Siap, insieme alle organizzazioni sindacali Silp-Cgil, Coisp-Anfp della Polizia di Stato, Osapp-Sinappe-Fp Cgil della Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato e Usppi, Confasl, Sindir Ugl dei vigili del Fuoco per manifestare, si legge in una nota ''il dissenso della categoria contro decisioni che il Governo sembra voler adottare in materia di pensioni'' per gli operatori del Comparto Sicurezza-Difesa e Soccorso Pubblico Denunciando ''la forte preoccupazione per una visione solo ragionieristica che il Governo manifesta nell'affrontare la questione previdenziale che andrebbe, invece, analizzata con attenzione e competenza'', i promotori dell'iniziativa chiedono di riflettere, conclude la nota ''se sia fattibile ed opportuno, per tutta la societa', ritrovarsi con 65enni che dovrebbero svolgere servizio di volante, affrontare l'ordine pubblico dagli stadi alla Val di Susa, arrampicarsi su scale altissime per soccorrere le persone in edifici in fiamme o recarsi in missione di pace all'estero in Paesi flagellati dalle guerre''.

 18/03/2012 (14:40) Presidio domani a Torino, davanti alla Prefettura, del Siap, insieme alle organizzazioni sindacali Silp-Cgil, Coisp-Anfp della Polizia di Stato, Osapp-Sinappe-Fp Cgil della Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato e Usppi, Confasl, Sindir Ugl dei vigili del Fuoco per manifestare, si legge in una nota ''il dissenso della categoria contro decisioni che il Governo sembra voler adottare in materia di pensioni'' per gli operatori del Comparto Sicurezza-Difesa e Soccorso Pubblico Denunciando ''la forte preoccupazione per una visione solo ragionieristica che il Governo manifesta nell'affrontare la questione previdenziale che andrebbe, invece, analizzata con attenzione e competenza'', i promotori dell'iniziativa chiedono di riflettere, conclude la nota ''se sia fattibile ed opportuno, per tutta la societa', ritrovarsi con 65enni che dovrebbero svolgere servizio di volante, affrontare l'ordine pubblico dagli stadi alla Val di Susa, arrampicarsi su scale altissime per soccorrere le persone in edifici in fiamme o recarsi in missione di pace all'estero in Paesi flagellati dalle guerre''.

 18/03/2012 (14:02) Presidio domani a Torino, davanti alla Prefettura, del Siap, insieme alle organizzazioni sindacali Silp-Cgil, Coisp-Anfp della Polizia di Stato, Osapp-Sinappe-Fp Cgil della Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato e Usppi, Confasl, Sindir Ugl dei vigili del Fuoco per manifestare, si legge in una nota ''il dissenso della categoria contro decisioni che il Governo sembra voler adottare in materia di pensioni'' per gli operatori del Comparto Sicurezza-Difesa e Soccorso Pubblico Denunciando ''la forte preoccupazione per una visione solo ragionieristica che il Governo manifesta nell'affrontare la questione previdenziale che andrebbe, invece, analizzata con attenzione e competenza'', i promotori dell'iniziativa chiedono di riflettere, conclude la nota ''se sia fattibile ed opportuno, per tutta la societa', ritrovarsi con 65enni che dovrebbero svolgere servizio di volante, affrontare l'ordine pubblico dagli stadi alla Val di Susa, arrampicarsi su scale altissime per soccorrere le persone in edifici in fiamme o recarsi in missione di pace all'estero in Paesi flagellati dalle guerre''.

giovedì 15 marzo 2012

PENSIONI: IL MINISTRO FORNERO DISPONIBILE AD UN CONFRONTO CON I SINDACATI DI POLIZIA

Dalla Segreteria Nazionale
A seguito dello stato di mobilitazione indetto da SIAP, Silp Cgil, Coisp ed Anfp e delle connesse manifestazioni di protesta, registriamo una apertura del Ministro Fornero per un incontro con il Sindacato dei poliziotti e con le rappresentanze militari, per un confronto sul delicato e complesso tema previdenziale degli operatori del Comparto Sicurezza - Difesa e Soccorso Pubblico; argomento, quello delle pensioni, che com’è noto si riflette sui livelli di sicurezza degli operatori e sugli standard dei servizi di ordine pubblico e sicurezza che devono essere garantiti ai cittadini. Resta confermato lo stato di mobilitazione generale della categoria e l’agenda delle proteste qualora la disponibilità prospettata non si traduca in concrete azioni da parte del Governo. 

 PENSIONE:SINDACATI POLIZIA; BENE FORNERO, CONFRONTO NECESSARIO (V. "PENSIONI: FORNERO, DISPONIBILE INCONTRO..." DELLE 14.27) (ANSA) - ROMA, 15 MAR - "Registriamo positivamente la disponibilità manifestata oggi dal ministro Fornero ad incontrare i sindacati delle forze di Polizia e le rappresentanze dei militari in merito ai provvedimenti concernenti le pensioni degli operatori del comparto Sicurezza e Difesa".
Lo affermano i sindacati SIAP, Silp-Cgil, Coisp e Anfp. "Il confronto - sottolineano le organizzazioni - è necessario, tenuto conto che le scelte che verranno operate oltre che ad incidere sugli operatori di polizia possono avere anche riflessi sulla sicurezza dei cittadini. Pensiamo che questo confronto debba avvenire in tempi rapidi". "Difenderemo - promettono i sindacati - negli incontri con il Governo la specificità degli operatori di polizia, ancor di più su una materia come quella pensionistica. In attesa di ulteriori sviluppi, data l'importanza dei temi trattati, resta confermato lo stato di mobilitazione". (ANSA).

mercoledì 14 marzo 2012

Minacce no tav alla Polizia di Torino. Ampio risalto alla dura risposta del SIAP Torino dopo il vile atto intimidatorio di ieri alla sede del 5° Reparto Mobile



Busta minatoria alla Questura di Torino, Siap: "Si rischiano eventi tragici".
 “La busta contenente polvere e la lettera di minacce con la scritta “Finitela con la Tav, altrimenti salterete in aria" arrivata alla sede del 5° Reparto Mobile dimostra, ancora una volta, la veridicità di quanto affermiamo da tempo: all’interno del movimento no tav c’è spazio per l’eversione” –  è il primo commento  di Pietro DI LORENZO, Segretario Generale Provinciale del SIAP che, con i suoi 600 iscritti, è divenuto il 2° sindacato maggiormente rappresentativo nella provincia di Torino.
“In molti hanno scherzato con il fuoco ed ora assistiamo ad una escalation, già vissuta da questo Paese, che può portare ad esiti tragici ”- afferma DI LORENZO - “Non è compito del sindacato di Polizia disquisire sull’utilità del TAV ma è preciso dovere denunciare il pericolo costituito da elementi che sono stati pubblicamente invitati e lodati dai leader no tav”.
 “Se la situazione non fosse grave ” – continua DI LORENZO – “ Ci sarebbe da sorridere sulla presa di distanza del movimento no tav. Chi parla di “azioni alla luce del sole” non fa che richiamare le immagini delle centinaia di aspiranti omicida in passamontagna che, sotto le bandiere no tav, hanno assaltato in più occasioni le forze di Polizia che operano a Chiomonte.”
“Basta ascoltare le deliranti e reiterate esternazioni di autonominati capo popolo e leggere gli insulti vomitati sui profili dei social network e siti internet no tav per comprendere, senza ombra di dubbio, quale sia l’humus in cui ha attecchito e prospera la componente eversiva organica al movimento”-  insiste DI LORENZO – “Abbiamo un ampio dossier con immagini, file audio ed articoli giornalistici (cartacei e web) che testimoniano l’incitamento alla violenza e la copertura politica fornita dai “referenti istituzionali” al braccio armato del movimento no tav”.
“Il SIAP senza tentennamenti è vicino ai nostri uomini, sopratutto dei Reparti Mobili, che in questo momento storico devono sopportare il peso di politiche fallimentari che hanno ridotto il Paese in ginocchio”- conclude DI LORENZO – “ Certi di interpretare il loro sentimento affermiamo serenamente, ma con convinzione, che l’odio di chi ci minaccia non ci piegherà perché, contrariamente al loro convincimento, non siamo ottusi servi ma convinti servitori di uno Stato in cui crediamo, nonostante tutto.”

14/03/2012“

martedì 13 marzo 2012

Busta con polvere alla Polizia "Finitela con la Tav o salterete". Una lettera di minacce è arrivata oggi alla sede del 5°Reparto Mobile, la risposta del SIAP Torino.

DIFFIDA: Ritenuta del 2,50% sull'80% della retribuzione

Il SIAP - nello spirito di tutela delle retribuzioni degli operatori della sicurezza e a seguito di quanto preannunciato in data 7 marzo u.s. dopo un’attenta valutazione - propone la sottoscrizione ai propri associati una diffida tesa al riconoscimento del 2,50 sull’80% della retribuzione previsto dall’art. 37 del Dpr 1032\1973 e successive modificazioni.
Tale iniziativa è supportata dalla nota sentenza del TAR Calabria che dichiara illecita la trattenuta del 2.50 in applicazione della legge 1222010 la quale dispone che a decorrere dal 1 gennaio dello stesso anno tutti i trattamenti di fine rapporto vengano determinati dalle regole contenute nell’Art 2110 del codice civile.
Il SIAP assicura ai propri iscritti che ogni utile iniziativa tesa al riconoscimento del beneficio sarà adeguatamente sostenuta e senza alcun onere a carico dei colleghi.
La diffida in argomento è una prima iniziativa, a cui farà seguito ogni altro atto legale che si renderà necessario senza alcun aggravio economico per i nostri iscritti.
Con la consueta serietà che contraddistingue la nostra azione sindacale, non mancheremo di fornire ogni altra utile notizia sul proseguo dell’iniziativa.

TUTTI GLI ISCRITTI RICEVERANNO VIA MAIL IL MODULO DI DIFFIDA DA COMPILARE E CONSEGNARE ALLA PROPRIA SEGRETERIA DI APPARTENENZA. IL MODULO PUO' ESSERE RICHIESTO ANCHE AI PROPRI DELEGATI DI SEZIONE

lunedì 12 marzo 2012

Governo, ultima chiamata. Pensioni, il ricorso alla Mobilitazione Risorsa del Sindacato. Poliziotti in Piazza

EDITORIALE DEL SEGRETARIO NAZIONALE GIUSEPPE TIANI.

C’eravamo illusi che il Governo affidato alla c.d. élite di burocrati e tecnici potessero finalmente mettere in atto politiche più attente e sensibili al mondo del lavoro nel senso di un’azione diversificata capace di coglierne le peculiarità in conformità a una constatazione tanto ovvia quanto semplice perché non siamo tutti uguali, non produciamo tutti lo stesso bene, non lavoriamo tutti le stesse ore, non corriamo tutti gli stessi rischi e così via discorrendo. Si dice che il lavoro, dunque la produzione di beni e servizi, anche quelli immateriali come la sicurezza che è un bene comune, concorre a creare il benessere, l’economia reale, quella che di sicuro fa vivere un paese, che rabbrividisce di fronte a giocatori senza scrupoli che, non solo nel mondo della finanza, si aggirano con l’intento di accoppare l’intera economia di una nazione, pur di concentrare la ricchezza nelle mani di pochi. Casta più, casta meno non è questo che fa la differenza, ormai! Se permettete, la differenza la fa, eccome, se qualcuno lassù nell’olimpo della tecnocrazia non tiene conto che un poliziotto fa un lavoro diverso da un insegnante, o da un impiegato di un ente locale. E se qualcuno, sempre lassù, pensa questo, signori non ci siamo, proprio non ci siamo! Ci sono delle ragioni per cui i poliziotti devono essere trattati diversamente dal pubblico impiego e siamo pronti a spiegarglielo al Governo Monti, ma non ci è stata data la possibilità, forse sono troppo colti e aristocratici i Ministri del Governo per confrontarsi con poliziotti e militari? Allora se fossimo stati la stessa cosa di un pubblico impiegato, come spiegano le limitazioni dell’agire imposte al sindacato di polizia che ha comunque un profilo istituzionale, non avremmo avuto ragione di esistere. Infatti, avremmo proclamato da qualche tempo lo sciopero generale, i nostri dirigenti avrebbero potuto beneficiare di un contratto nazionale, insomma, avremmo avuto tutto quello che il pubblico impiego ha e noi no e viceversa. Che fine ha fatto la specificità nella mente dei burocrati al governo vorremmo saperlo, e ci pare che la peculiarità e particolarità del nostro lavoro sia riconosciutaci dalle norme costituzionali, se no, limitazioni di diritti come quello di sciopero e qualcos’altro mai e poi mai sarebbero passate ! Qualcuno si permette forse di escludere il diritto di sciopero nel pubblico impiego? Detto questo e fatte le debite, sacrosante, differenze, non abbiamo bisogno di ricordare al governo Monti e al Ministro Fornero cos’è la Sicurezza per un Paese civile e democratico come il nostro, se ancora vogliamo che rimanga tale! Faremmo un’offesa alla loro intelligenza nel ricordare all’intera compagine governativa che senza sicurezza reale e concreta efficace ed efficiente, non si governa alcun paese, riformare il mondo del lavoro, dare respiro alle imprese, garantire la fruibilità del credito bancario, rimettere in moto un’economia, ebbene tutto ciò vuole un paese sano e sicuro, dunque, caro governo e da questo elemento non si può prescindere. Da noi si deve partire, valorizzando la nostra missione, e non di certo deprimendola, come s’intende fare con le nostre pensioni. Ciò nonostante, l’aria che tira sulla materia previdenziale per il Comparto Sicurezza e Difesa, è quella di un appiattimento, di un’omogeneizzazione mortificante e avvilente, come se noi fossimo uno dei tanti settori dell’articolato mondo della pubblica amministrazione e del pubblico impiego. È notizia di queste ore, la dichiarazione è di uno dei maggiori leader del sindacato confederale, sull’approssimarsi una stagione di “tensione sociale prolungata”, il disagio sociale rischia, dunque, di esplodere e allora noi poliziotti saremo chiamati ancora una volta ad un impegno straordinario. Il Governo pensa forse di governare un disagio di tale portata con uomini e donne chiamati a tenere l’Ordine e la Sicurezza pubblica pronti pure a farsi chiamare “ pecorelle” trattati come se fossimo seduti dietro una scrivania a metter timbri in Val di Susa? La miopia, l’assoluta mancanza di visione strategica da parte di chi ci ha governato in questi ultimi anni, gli inganni al mondo del lavoro, i tagli lineari, pesano ancora enormemente sul nostro presente e sul nostro futuro lavorativo. Le improvvide, populistiche dichiarazioni di qualche leader politico, su: “ la crisi è alle nostre spalle ” hanno reso un pessimo servizio al Paese, e noi siamo parte integrante di questo Paese, il nostro paese e quello della gente comune, che a differenza dei professori e molto più concreta e realistica. Noi, poliziotti e militari, pur se apostrofati da qualche sciocco, sprezzante, ragazzino che gioca con le parole, senza rendersi conto che di fronte ha chi lavora tutti giorni per difendere la sua vita a sprezzo della propria, saremo sempre nelle piazze a difendere il diritto di tutti a manifestare pacificamente, anche quello degli sciocchi e continueremo a farlo. Fino a che sarà possibile, anche se ingiusto, continueremo a supplire quotidianamente alle lacune delle diverse istituzioni, noi siamo i veri e unici ammortizzatori istituzionali, su cui si scaricano pure tutte le tensioni sociali per l’evidente debolezza della politica in questa fase storica. Siamo i garanti dell’incolumità delle persone, della sicurezza del paese, noi siamo quelli cui molto si deve per aver consentito al Paese di superare gli anni di piombo, le stragi di mafia e molto altro ancora! Mi piace parafrasare il titolo di un libro di qualche anno fa, anche le “pecorelle” nel loro piccolo s’incazzano! Il 13 marzo p.v. è previsto l’incontro tra il S.I.A.P. le altre oo.ss. e l’Amministrazione riguardo il tema delle misure di armonizzazione per l’accesso alle pensioni – incontro tra l’altro ostinatamente chiesto ed ottenuto dopo le forti proteste del Sindacato. Se in tale data non coglieremo alcun segnale di una concreta inversione di marcia sulle pensioni dei poliziotti da parte dell’esecutivo, che tratta con noi coraggiosamente per interposta persona, non ci rimarrà che il ricorso alla mobilitazione generale, e garantiamo sin da ora che il Presidente Monti e il Ministro Fornero troveranno ad accoglierli i poliziotti che manifestano in tutte le loro uscite pubbliche Bruxelles compresa. Non vorremmo essere spinti a imitare la polizia francese che, qualche anno fa, dichiarò lo sciopero e il paese andò nel caos, è pur sempre un atto a noi non consentito, ma siate certi, che i poliziotti torneranno piazza già dalla prossima settimana, partendo dai territori delle provincie e si faranno sentire, non intendiamo passare inosservati pur di difendere la specificità del nostro lavoro, le nostre funzioni e i legittimi diritti previdenziali che ne derivano. Ritengo opportuno ricordare nell’occasione un pezzo di storia del movimento sindacale italiano, da cui si origina anche quello dei poliziotti. E’ di questi giorni la notizia della identificazione, grazie ai colleghi della polizia scientifica, dei resti di Placido Rizzotto sindacalista ucciso dalla mafia a Corleone, rapito la sera del 10 marzo 1948, e ucciso dalla mafia dei padroni per il suo impegno in favore del movimento contadino siciliano e meridionale contro lo strapotere dei latifondisti collusi con la mafia. Venne pure assassinato dalla mafia il piccolo pastorello Giuseppe Letizia che assistette all’ omicidio di nascosto e vide in faccia gli assassini di Rizzotto, fu ucciso con un'iniezione letale fattagli dal boss e medico Michele Navarra, mandante del delitto di Placido Rizzotto. Ho rammentato questo episodio perché si comprenda come in nome della difesa dei diritti ci sono state persone che hanno sacrificato la propria vita. Certo, noi oggi non siamo nelle condizioni del tempo in cui ha vissuto Rizzotto, ma non consentiremo comunque a nessuno che si distruggano così i diritti degli operatori di polizia. Ciò nonostante il S.I.A.P. non ha mai improntato la sua politica sindacale contro qualcuno, ma solo e soltanto per la tutela di qualcuno, e questa volta per la materia previdenziale, lo farà non solo per i Poliziotti, ma per tutti gli operatori e militari del Comparto Sicurezza - Difesa e Soccorso Pubblico, i quali certamente non sono disposti a immolarsi, per gli interessi sindacali o politici di qualcun altro, che, presume, illusoriamente di rappresentarli. Tutti i sindacati, che siano protagonisti o comparse, delle vicende sindacali devono sapersi assumere con coerenza le proprie responsabilità, caricandosi anche il peso dei propri errori, di ciò che dicono o fanno nei tavoli di confronto, specie se si tratta dei sindacati di polizia che in quei tavoli siedono nei diversi livelli, confederazioni o aree di riferimento comprese. Perché poi accade, che, anche tra i giovani pastorelli qualcuno sopravviva. Nonostante i vili attacchi personali possono averlo ferito, non è stato ucciso; quel pastorello è cresciuto e potrebbe avere la forza di far valere le proprie ragioni sul campo, anche perché non è più solo e gode — sempre più — di ottima salute. In sintesi, per il S.I.A.P. sulle nostre pensioni nessun gioco di sponda in favore di qualcuno, è materia che intendiamo difendere, ad ogni costo. La nostra base è con noi e ci sostiene amareggiata ma compatta. Invitiamo tutti i colleghi a prepararsi e aderire alle nostre imminenti iniziative di protesta.
Il Segretario Generale Giuseppe Tiani

martedì 6 marzo 2012

Grande successo della "Giornata SIAP". Elezione del nuovo Segretario Generale Provinciale di Torino

Grande successo della giornata organizzata dal SIAP Torino e Piemonte per informare i colleghi delle ultime novità e sancire ufficialmente lo straordinario dato associativo raggiunto al 31 dicembre 2011.
Al mattino nella sala riunioni della Questura, tanto affollata da non permettere a tutti il comodo accesso, il Segretario Generale Nazionale Giuseppe TIANI ha illustrato l'esatta situazione attuale relativamente ai grandi temi che interessano maggiormente i poliziotti: pensioni, previdenza complementare, fondo perequattivo, produttività 2012.

Nel pomeriggio il Comitato Direttivo Provinciale, alla luce del grandissimo incremento associativo, ha rideterminato la propria struttura eleggendo il nuovo Segretario Generale Provinciale di Torino.