Oggi in Consiglio dei Ministri si è pronunciato sul regolamento di
armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico. Grazie
alle battaglie del sindacato, siamo riusciti ad evitare le pesanti
previsioni che intendevano abrogare alcuni diritti
Il Consiglio dei Ministri di oggi, tra le altre materie, si è
pronunciato su “ARMONIZZAZIONE DEI REQUISITI DI ACCESSO AL SISTEMA
PENSIONISTICO”; di seguito riportiamo uno stralcio del comunicato stampa
del Governo: “Su proposta del Ministro del Lavoro, il Consiglio ha
approvato il regolamento per armonizzare i requisiti di accesso al nuovo
sistema pensionistico per le categorie professionali che hanno
requisiti diversi rispetto a quelli in vigore nell’assicurazione
generale obbligatoria. Si tratta, in particolare, del comparto
difesa-sicurezza, Vigili del fuoco e soccorso pubblico e di iscritti a
fondi Inps, ex-Enpals e ex-Inpdap. Vengono gradualmente incrementati i
requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia del personale militare
delle Forze armate, compresa l’Arma dei carabinieri, la guardia di
finanza, le Forze di polizia a ordinamento civile e i Vigili del fuoco,
nel rispetto delle peculiarità ed esigenze di queste categorie. È
importante osservare che, anche a seguito dell’intervento normativo in
questione, i lavoratori dei settori interessati mantengono comunque
condizioni e requisiti di accesso al sistema pensionistico tipici delle
loro carriere. Passando alle novità di interesse per gli iscritti ai
fondi Inps, ex-Enpals ed ex-Inpdad, si osserva che per i lavoratori
delle miniere, cave e torbiere è previsto l’aumento di un anno, da 55 a
56, dell’età pensionabile di vecchiaia, mentre per l’accesso alla
pensione anticipata il requisito minimo contributivo è di 37 anni e due
mesi per il 2013, e di un ulteriore mese per il 2014. Disposizioni di
armonizzazione sono dettate per ulteriori categorie di lavoratori, fra
cui quelli iscritti al fondo dello spettacolo, nonché per gli
spedizionieri doganali e per i lavoratori del settore marittimo. Lo
schema di regolamento passa ora all’esame delle competenti Commissioni
parlamentari e del Consiglio di Stato”.
Grazie alle battaglie
del sindacato, siamo riusciti ad evitare le pesanti previsioni che
intendevano abrogare i diritti di seguito indicati che abbiamo
salvaguardato:
- il beneficio previsto dall’art. 3 comm. 7, d.lgs. 165/97 in merito al montante individuale dei contributi, che sarà determinato dall'incremento di un importo pari a 5 volte la base imponibile dell'ultimo anno di servizio, il c.d. moltiplicatore;
- il beneficio stabilito dall’art. 4 comma 3 del medesimo decreto (maggiorazione della base pensionabile c.d. 6 scatti ), che attribuisce in aggiunta alla base pensionabile definita ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, all'atto della cessazione dal servizio da qualsiasi causa determinata, con esclusione del collocamento in congedo a domanda , il beneficio in argomento opera solo per la pensione di vecchiaia;
- la maggiorazione dei periodi di servizio, il c.d. “scivolo”
Resta
aperta la battaglia per quanto riguarda l’applicazione della
maggiorazione dell’età legata al criterio dell’aspettativa di vita per
la quale sono previsti il parere del Consiglio di Stato ed il parere
vincolante delle Commissioni Parlamentari, occasione in cui il Sindacato
metterà in campo ogni energia disponibile per tutelare le nostre
ragioni; criterio che, oggettivamente, reputiamo non possa applicarsi in
quanto svincolato dal riconoscimento del nostro lavoro.
Non ci fermeremo e reagiremo con forza poiché resta in campo la problematica del gap generazionale, il c.d. scalone, per l’accesso alle pensioni di anzianità e vecchiaia.
Non ci fermeremo e reagiremo con forza poiché resta in campo la problematica del gap generazionale, il c.d. scalone, per l’accesso alle pensioni di anzianità e vecchiaia.
La Segreteria Nazionale SIAP