"Il Ministro Alfano incontri urgentemente i sindacati di Polizia per affrontare questioni non più rinviabili" è quanto hanno chiesto i Segretari Generale SIAP e Nazionale ANFP con una lettera al Ministro, ripresa dalle maggiori agenzie di stampa del Paese.
Signor Ministro,
di seguito alla nostra lettera del 8 maggio
scorso, Le segnaliamo l’urgenza di incontrare le OO.SS. della Polizia di
Stato, in merito ad alcune questioni che impongono soluzioni non più
rinviabili.
- Ordine pubblico: tutela degli operatori di polizia
Gli
scontri di piazza dimostrano quotidianamente l’alto senso dello Stato e
la professionalità delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e
delle altre Forze dell’Ordine nel garantire la libertà di manifestare e
la sicurezza dei pacifici dimostranti.
Nonostante ciò nella massa si celano sempre soggetti che cercano lo scontro con le forze dell’ordine, con l’intento di strumentalizzare i fatti a fini mediatici. Non possiamo più sottacere che i poliziotti stanno diventando lo strumento attraverso il quale si lanciano i messaggi di un disagio sociale la cui tensione si acuisce ogni giorno sempre di più.
Da qualche tempo cerchiamo di spiegare che il mantenimento dell’ordine pubblico può richiedere interventi repressivi con l’uso controllato e proporzionale della forza, come soltanto le forze di polizia addestrate sanno fare. Al riguardo servono con urgenza risorse finanziarie per l’assunzione di giovani poliziotti, per l’acquisto di mezzi e strumenti efficienti finalizzati sia a mettere distanza tra i facinorosi violenti e la polizia sia ad evitare lo scontro fisico.
Riteniamo, altresì, improcrastinabile un intervento normativo sia a garanzia delle forze di polizia impegnate in ordine pubblico, sia a tutela di tutti quelli che intendano manifestare pacificamente il proprio dissenso.
Nonostante ciò nella massa si celano sempre soggetti che cercano lo scontro con le forze dell’ordine, con l’intento di strumentalizzare i fatti a fini mediatici. Non possiamo più sottacere che i poliziotti stanno diventando lo strumento attraverso il quale si lanciano i messaggi di un disagio sociale la cui tensione si acuisce ogni giorno sempre di più.
Da qualche tempo cerchiamo di spiegare che il mantenimento dell’ordine pubblico può richiedere interventi repressivi con l’uso controllato e proporzionale della forza, come soltanto le forze di polizia addestrate sanno fare. Al riguardo servono con urgenza risorse finanziarie per l’assunzione di giovani poliziotti, per l’acquisto di mezzi e strumenti efficienti finalizzati sia a mettere distanza tra i facinorosi violenti e la polizia sia ad evitare lo scontro fisico.
Riteniamo, altresì, improcrastinabile un intervento normativo sia a garanzia delle forze di polizia impegnate in ordine pubblico, sia a tutela di tutti quelli che intendano manifestare pacificamente il proprio dissenso.
- Blocco Economico e Contrattuale
Non
è più possibile non onorare gli impegni presi con provvedimenti
legislativi per garantire il riconoscimento economico al personale della
Polizia di Stato che ogni giorno fa sacrifici per garantire la
sicurezza di questo Paese.
Con l’art.8, comma 11 bis, del D.L. 78/2010, è stato istituito un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze di Polizia ed Armate, fondo che è stato incrementato con il D.L. 27/2011 per assicurare al
personale interessato una compensazione economica conseguente agli effetti relativi all’applicazione del congelamento di alcuni elementi retributivi, di cui ai commi 1 e 21 dell’art. 9 del Decreto Legge n. 78/2010.
Come è noto, i fondi disponibili per l’anno 2011 sono stati sufficienti per assecondare tutte le esigenze del personale che hanno maturato i requisiti per la corresponsione delle indennità c.d. “congelate” nello stesso 2011, mentre le somme disponibili sono del tutto insufficienti per gli anni 2012-2013. In merito, in sede di conversione del D.L. 26 marzo 2011, n. 27 il legislatore all’art. 1, comma 2, per reperire le somme necessarie al soddisfacimento delle esigenze ha previsto che: “ la dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con i Ministri della Difesa e dell’Interno con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al comma 7 lettera a), dell’art. 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143 convertito, con modificazioni dalla legge 13 novembre 2008 n, 181, relativo al Fondo unico giustizia”.
Fino ad oggi purtroppo dobbiamo costatare che, nonostante le discussioni parlamentari, non è stato attinto un centesimo dal FUG per le esigenze del personale dei citati Comparti disattendendo le previsioni legislative.
In merito va evidenziato che Lo scorso anno, il 1° agosto, all’avvio dell’esame in Commissione Bilancio alla Camera del decreto legge n. 95/2012, il rappresentante del Governo ha fornito alcuni elementi richiesti sul Fug, riassunti in una nota trasmessa dalla Ragioneria Generale dello Stato, nella quale si dice:
- che alla data del 31 dicembre 2011 le risorse intestate al Fug ammontano a 2.212,88 milioni di euro;
- che di tale importo solo 1.065,52 milioni di euro sono effettivamente disponibili, in quanto riportati da conti correnti e depositi a risparmio;
- che, poiché una parte delle risorse non risultano ancora definitivamente confiscate (i relativi provvedimenti non hanno conosciuto tutti i gradi di giudizio), si devono mettere prudenzialmente da parte, per eventuali restituzioni qualora intervengano atti di dissequestro, 343 milioni di euro;
- restano 722,52 milioni di euro; ma, in considerazione delle entrate previste per il 2012 (291,43 milioni di euro per nuovi sequestri/confische) e delle uscite previste per il 2012 (352,36 milioni di euro per dissequestri), la stima della disponibilità al 31.12.2012 è di 661,59 milioni di euro;
- che al Fug già si attinge per alcune incombenze del ministero della Giustizia (la mediazione delle controversie civili) e del ministero dell’Interno (l’alimentazione del Fondo delle vittime della mafia);
- che, in conclusione, “l’eventuale utilizzo delle entrate a seguito di confisca oggi è solo possibile per spese una tantum e non continuative”.
Con il FUG, lo afferma la Ragioneria Generale dello Stato, possono essere pagate spese una tantum, come quelle dell’assegno di perequazione. Quindi, per quanto sopra esposto, il Governo non ha più alibi nel procrastinare l’utilizzo del Fondo Unico Giustizia per le esigenze del personale impegnato ad assicurare la sicurezza del Paese.
Con l’art.8, comma 11 bis, del D.L. 78/2010, è stato istituito un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze di Polizia ed Armate, fondo che è stato incrementato con il D.L. 27/2011 per assicurare al
personale interessato una compensazione economica conseguente agli effetti relativi all’applicazione del congelamento di alcuni elementi retributivi, di cui ai commi 1 e 21 dell’art. 9 del Decreto Legge n. 78/2010.
Come è noto, i fondi disponibili per l’anno 2011 sono stati sufficienti per assecondare tutte le esigenze del personale che hanno maturato i requisiti per la corresponsione delle indennità c.d. “congelate” nello stesso 2011, mentre le somme disponibili sono del tutto insufficienti per gli anni 2012-2013. In merito, in sede di conversione del D.L. 26 marzo 2011, n. 27 il legislatore all’art. 1, comma 2, per reperire le somme necessarie al soddisfacimento delle esigenze ha previsto che: “ la dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con i Ministri della Difesa e dell’Interno con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al comma 7 lettera a), dell’art. 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143 convertito, con modificazioni dalla legge 13 novembre 2008 n, 181, relativo al Fondo unico giustizia”.
Fino ad oggi purtroppo dobbiamo costatare che, nonostante le discussioni parlamentari, non è stato attinto un centesimo dal FUG per le esigenze del personale dei citati Comparti disattendendo le previsioni legislative.
In merito va evidenziato che Lo scorso anno, il 1° agosto, all’avvio dell’esame in Commissione Bilancio alla Camera del decreto legge n. 95/2012, il rappresentante del Governo ha fornito alcuni elementi richiesti sul Fug, riassunti in una nota trasmessa dalla Ragioneria Generale dello Stato, nella quale si dice:
- che alla data del 31 dicembre 2011 le risorse intestate al Fug ammontano a 2.212,88 milioni di euro;
- che di tale importo solo 1.065,52 milioni di euro sono effettivamente disponibili, in quanto riportati da conti correnti e depositi a risparmio;
- che, poiché una parte delle risorse non risultano ancora definitivamente confiscate (i relativi provvedimenti non hanno conosciuto tutti i gradi di giudizio), si devono mettere prudenzialmente da parte, per eventuali restituzioni qualora intervengano atti di dissequestro, 343 milioni di euro;
- restano 722,52 milioni di euro; ma, in considerazione delle entrate previste per il 2012 (291,43 milioni di euro per nuovi sequestri/confische) e delle uscite previste per il 2012 (352,36 milioni di euro per dissequestri), la stima della disponibilità al 31.12.2012 è di 661,59 milioni di euro;
- che al Fug già si attinge per alcune incombenze del ministero della Giustizia (la mediazione delle controversie civili) e del ministero dell’Interno (l’alimentazione del Fondo delle vittime della mafia);
- che, in conclusione, “l’eventuale utilizzo delle entrate a seguito di confisca oggi è solo possibile per spese una tantum e non continuative”.
Con il FUG, lo afferma la Ragioneria Generale dello Stato, possono essere pagate spese una tantum, come quelle dell’assegno di perequazione. Quindi, per quanto sopra esposto, il Governo non ha più alibi nel procrastinare l’utilizzo del Fondo Unico Giustizia per le esigenze del personale impegnato ad assicurare la sicurezza del Paese.
- Riforma dei ruoli e delle qualifiche
E’
necessario, come già ribadita nella nota dell’8 maggio scorso, un
provvedimento di riordino dei ruoli della Polizia di Stato poiché la
struttura organizzativa ha bisogno di una rimodulazione e di un
ammodernamento, mirati ad utilizzare al meglio il personale dipendente
ed a riconoscere doverosamente professionalità ed oneri oggettivi,
attraverso una mirata razionalizzazione e specifica valorizzazione delle
risorse interne, che determini un processo virtuoso per migliorare la
funzionalità degli uffici e l’attività finalizzata al raggiungimento dei
compiti istituzionali, da quelli finali, più prettamente operativi, a
quelli organizzativi, di supporto e di direzione di uffici complessi. Il
processo di riordino risponde anche all’esigenza di adeguare
l’ordinamento della Polizia di Stato alle rinnovate esigenze che la
società dell’integrazione europea, multirazziale e del web richiede.
Al
riguardo, si sottolinea come si sia creato un evidente sperequazione
nei confronti del personale della Polizia di Stato che risulta
gravemente penalizzato sia dai processi di riqualificazione intervenuti
negli ultimi anni nel pubblico impiego e sia dal riordino della carriera
che ha interessato il personale prefettizio e non solo, tanto da
incidere direttamente sul modello di sicurezza a causa di una
compressione della componente di polizia.
- Emergenza rifugiati
Non Le nascondiamo inoltre la nostra preoccupazione per il riaccendersi di un altro fronte di potenziale crisi.
L’immigrazione,
in particolare quella proveniente dall’area sub sahariana e dal Corno
d’Africa, minaccia di trasformarsi in un’emergenza, i cui nodi
irrisolti rischiano di incancrenirsi poiché non si è provveduto con le
necessarie misure di prevenzione a livello internazionale e che
certamente non può essere gestita solo come se fosse una questione di
ordine pubblico, delegando alla Polizia il compito di fronteggiare
situazioni drammatiche, sia dal punto di vista organizzativo che umano,
senza nemmeno ricevere gli straordinari per il sovraccarico di lavoro,
infatti il personale impegnato non percepisce più lo straordinario da
quando è stato dichiarato che è finita l’emergenza nord Africa.
I Centri di accoglienza richiedenti asilo sono sull’orlo del collasso anche nello svolgimento dell’attività di routine, come dimostra l’episodio di violenza scatenatosi l’altro ieri presso il Cara di Bari, col bilancio di un morto e tre feriti.
C’è la necessità di far fronte all’enorme numero di domande di asilo connesso all'andamento dei flussi migratori. E’ perciò urgente non solo il potenziamento della rete di accoglienza, bensì anche l’incremento delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale.
I Centri di accoglienza richiedenti asilo sono sull’orlo del collasso anche nello svolgimento dell’attività di routine, come dimostra l’episodio di violenza scatenatosi l’altro ieri presso il Cara di Bari, col bilancio di un morto e tre feriti.
C’è la necessità di far fronte all’enorme numero di domande di asilo connesso all'andamento dei flussi migratori. E’ perciò urgente non solo il potenziamento della rete di accoglienza, bensì anche l’incremento delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale.
Roma, 4 luglio 2013
Il Segretario Generale SIAP Giuseppe Tiani
Il Segretario Nazionale ANFP Enzo Letizia
- SICUREZZA: ANFP-SIAP AD ALFANO, MINISTRO INCONTRI SINDACATI URGENTE AFFRONTARE QUESTIONI NON PIU' RINVIABILI (ANSA) - ROMA, 4 LUG - L'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) e il Siap hanno chiesto al ministro dell'Interno Angelino Alfano un incontro con i sindacati di polizia "per affrontare questioni non piu' rinviabili". "Sono sempre piu' numerosi gli scontri nelle manifestazioni pubbliche che indicano come la tensione sociale sia in aumento" dicono i segretari Enzo Letizia e Giuseppe Tiani citando come esempio gli episodi di Roma e Barletta legati alle lotte per la casa. "Servono subito mezzi e strumenti efficienti sia per mettere distanza tra facinorosi e polizia sia per evitare lo scontro fisico". L'altra questione su cui spingono i sindacati e' l'immigrazione. "I centri di accoglienza richiedenti asilo sono sull'orlo del collasso, come testimoniano le violenze al Cara di Bari. Serve immediatamente l'incremento delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale per allentare la pressione nei Cara dovuto all'arretrato nell'esaminare le migliaia di domande di asilo". "Occorre fare presto - concludono - per scongiurare che anche questa questione diventi un'altra emergenza di ordine pubblico".(ANSA).
- SICUREZZA: ANFP-SIAP, ALFANO INCONTRI CON URGENZA SINDACATI POLIZIA AUMENTA TENSIONE SOCIALE, CENTRI ACCOGLIENZA RICHIEDENTI VICINI A COLLASSO Roma, 4 lug. (Adnkronos) - ''Abbiamo chiesto al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, di incontrare urgentemente i sindacati di Polizia per affrontare questioni non piu' rinviabili''. E' quanto affermano in una nota congiunta il segretario nazionale Anfp, Enzo Letizia, e il segretario generale Siap, Giuseppe Tiani, che hanno formalizzato la richiesta con una lettera inviata al titolare del Viminale. Per Letizia e Tiani, ''sono sempre piu' numerosi gli scontri nelle manifestazioni pubbliche che indicano come la tensione sociale sia in aumento. Ad esempio sul tema della casa episodi di violenza ci sono stati stamattina anche a Barletta dopo quelli di Roma. Servono subito mezzi e strumenti efficienti sia per mettere distanza tra facinorosi e polizia sia per evitare lo scontro fisico''. ''I centri di accoglienza richiedenti asilo sono sull'orlo del collasso -fanno notare Anfp e Siap- lo testimoniano anche le violenze del Cara di Bari con il suo bilancio pesante di un morto e tre feriti. Serve immediatamente l'incremento delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale per allentare la pressione nei Cara dovuto all'arretrato nell'esaminare le migliaia di domande di asilo. Occorre fare presto -concludono Letizia e Siap - per scongiurare che anche questa diventi un'altra emergenza di ordine pubblico'.
- SICUREZZA: SINDACATI PS CHIEDONO "INCONTRO URGENTE" AD ALFANO (AGI) - Roma, 4 lug. - Un "incontro urgente" con i sindacati di polizia "per affrontare questioni non piu' rinviabili". E' quanto chiesto con una lettera al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, dal segretario nazionale dell'Associazione nazionale funzionari polizia, Enzo Marco Letizia, e dal segretario generale dell'Associazione italiana appartenenti polizia, Giuseppe Tiani. "Sono sempre piu' numerosi gli scontri nelle manifestazioni pubbliche che indicano come la tensione sociale sia in aumento", premettono Tiani e Letizia. (AGI) (Segue)
- SICUREZZA: SINDACATI PS CHIEDONO "INCONTRO URGENTE" AD ALFANO (2) (AGI) - Roma, 4 lug. - "Ad esempio - continuano i due rappresentanti sindacali - sul tema della casa episodi di violenza ci sono stati stamattina anche a Barletta dopo quelli di Roma. Servono subito mezzi e strumenti efficienti sia per mettere distanza tra facinorosi e polizia sia per evitare lo scontro fisico". Un altro fronte sensibile resta quello dell'immigrazione: "i centri di accoglienza richiedenti asilo - ricordano Letizia e Tiani - sono sull'orlo del collasso, lo testimoniano anche le violenze del Cara di Bari con il suo bilancio pesante di un morto e tre feriti. Serve immediatamente l'incremento delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale per allentare la pressione nei Cara dovuto all'arretrato nell'esaminare le migliaia di domande di asilo. Occorre fare presto per scongiurare che questa diventi un'altra emergenza di ordine pubblico". (AGI)