No Tav, campeggio a rischio sgombero: clima esplosivo
I sindacati di polizia chiedono l'esercito, urticanti e azioni dure: "lo Stato deve fare lo Stato"
CHIOMONTE / Sono ore di crescente tensione in Val di Susa. Da un momento all’altro potrebbe essere sgomberato il campeggio dei No Tav nei pressi della centrale idroelettrica, vicino via dell’Avanà. E’ probabile che lo sgombero avvenga solo dopo la riunione del comitato per la sicurezza e per l’ordine pubblico prevista per mercoledì mattina. E, tra i no tav, serpeggia l’idea che lo sgombero possa avvenire prima di sabato, giorno di una nuova manifestazione in Val di Susa, con una passeggiata fino alle reti del cantiere. Esattamente lo stesso percorso fatto dai manifestanti sabato scorso, ma in questo caso la manifestazione si svolgerà di giorno.
Intanto, sono sempre più dure le prese di posizione dei sindacati di polizia, dopo le ultime proteste contro il passaggio di un treno carico di scorie
Il Siap è ancora più duro: “ci aspettiamo decisioni e linee operative
che pongano fine al tiro a bersaglio inerme delle forze di Polizia o
agiremo per tutelare la sicurezza diretta delle donne e gli uomini in
divisa costretti a vigilare un cantiere. E’ davvero incredibile che in
un Paese normale debba essere un sindacato di Polizia, e non lo Stato, a
percorrere tutte le strade per cercare di salvaguardare la sicurezza e
la salute di chi in divisa quello Stato lo rappresenta ma,
evidentemente, questo non è più un Paese normale. Lo Stato deve fare lo
Stato e se qualcuno ha timore delle conseguenze politiche delle scelte
operative, a discapito della vita degli operatori delle forze di
Polizia, saremo noi a percorrere ogni strada affinché ciascuno risponda
alle responsabilità connesse al proprio incarico. Il personale non ha
paura ma è stanco e demotivato perché, dopo un anno, non c’è più scelta
strategica che tenga. Se si dovesse continuare su questa linea, visto il
perdurare di una situazione ormai ordinaria e non eccezionale,
affideremo al nostro studio legale l’incarico di verificare se ulteriori feriti tra le nostre fila
saranno causati dall’aver omesso, attraverso le disposizioni impartite,
la salvaguardia della sicurezza e della salute dei lavoratori delle
forze di Polizia. Non abbiamo bisogno di cose straordinarie. Il
personale è preparato e le Leggi esistono, vogliamo che chi deve si
prenda la responsabilità di farle applicare”.
Ormai il livello dello scontro ha superato ogni precedente e si teme
seriamente che in Val di Susa qualcosa di grave stia per accadere. Gli
animi delle forze di polizia, come dimostra il tenore delle le continue
dichiarazioni degli ultimi giorni, sono esasperati più che mai. Eppure,
in fondo, è diffusa la consapevolezza che non è con la forza che si
argineranno le manifestazioni.
Torino - "Adesso che hanno lasciato festeggiare ad un manipolo di aspiranti omicida un anno di continui
assalti indisturbati e tutti ora, dopo centinaia di feriti della
truppa, sono saliti sul carro dell’indignazione vera o di facciata
vogliamo i fatti". Sono le parole di Pietro Di Lorenzo, segretario
generale provinciale del Siap, sindacato della polizia di Stato.