Beni demaniali o sequestrati alla mafia per la Polizia
“Non è certo con sorpresa che apprendiamo la notizia secondo cui la Provincia di Torino ha messo in vendita per 17 milioni di euro la Questura” - così Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del Siap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato – “ Nel corso degli anni molte sono state le polemiche a causa degli affitti non riscossi, un milione l’anno, e delle nostre sollecitazioni allo Stato affinché cercasse un risparmio di spesa e migliori soluzioni logistiche”.
“Ben prima dell’avvento della spending review, che dal 2012 prevede un piano di razionalizzazione delle spese relative alle locazioni passive delle sedi destinate ad ospitare Uffici del Ministero dell’Interno finalizzato al contenimento strutturale della spesa’ attraverso l’incremento dei beni demaniali, nonché l’impiego degli immobili confiscati alla criminalità organizzata avevamo posto la questione delle caserme vuote e delle enormi spese per gli affitti in strutture ormai inadeguate – continua Di Lorenzo –. In occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 , infatti, avevamo potuto toccare con mano realtà quali quella della caserma Ettore de Sonnaz . 7.500 metri quadri in pieno centro, ormai vuota e utilizzata in piccolissima parte da uffici logistici della Polizia solo in quel frangente ” .
“Da allora abbiamo chiesto a più riprese che gli Uffici di Polizia fossero trasferiti in caserme demaniali ormai in disuso, in maniera tale da coniugare risparmio di spesa e migliore locazione logistica per il personale, ma come spesso accade le proposte di buon senso sono rimaste lettera morta. Vorremo sperare che in questo via vai di caserme regalate al comune, con annesse difficoltà d’investimento, e di palazzi messi in vendita da Enti in smobilitazione, con scarse possibilità di acquisto, qualcuno metta insieme le carte ed assuma decisioni logiche – conclude Di Lorenzo -.Non abbiamo molte speranze ma non intendiamo sottrarci al nostro dovere di richiamo al rispetto delle Leggi che, come nel caso della spending review, non possono valere solo per toglierci i soldi dalle tasche”.
Pubblicato Martedì 19 Agosto 2014, ore 11,14