Cronaca
23/12/2012
- IN PENSIONE NEL 2013 via 500 agenti, ne arrivano solo 110
La polizia blocca il turn over
Torino perde quattrocento agenti
Organici ridotti, ma saranno pagati gli straordinari per i servizi Tav
torino
Il numero non è ancora certo ma oscilla tra i 400 e i 500
poliziotti, che raggiunti i limiti di età, lasceranno la questura di
Torino per andare in pensione. L’organico era già sotto di 350 unità nel
2011 e, sempre secondo indiscrezioni, solo 110 nuovi agenti (90 in
questura, 10 al reparto mobilem e 10 alla Stradale) , appena usciti dai
corsi di addestramento, sostituiranno solo in minima parte i colleghi
messi a riposo.
Un colpo duro da assorbire, per la polizia, già alle prese con le
note difficoltà di bilancio e la mancanza di risorse. Unica nota
positiva, lo sblocco degli straordinari per le centinaia di poliziotti
impiegati, nei mesi scorsi, per difendere il cantiere della Torino-Lione
dall’ala violenta del movimento No Tav.
Tra i «pensionandi» ci sono agenti dalla grandissima professionalità e
esperienza, che hanno lavorato sino a ieri in settori chiave, dalla
Digos alla squadra mobile. È un patrimonio che va disperso, non solo una
fredda questione di numeri, di caselle che restano vuote.
L’amministrazione dovrà riorganizzare i vari settori con le forze
rimaste a disposizione. Senza indebolire la rete di protezione della
città e la il contrasto alla malavita organizzata.
Spiega il consigliere nazionale del Sap, Massimo Montebove: «Siamo di
fronte a una emorragia di personale di vaste dimensioni, tale da
mettere in crisi l’intera struttura. La gente se ne va dopo il
“terrorismo pensionistico” degli ultimi due governi. Vanno via perchè
temono di dovere restare sino a 62 anni. I nuovi arrivati, tra l’altro,
avranno persino problemi di trovare un posto dove dormire, nelle caserme
non c’è più posto, anche questo è un problema da affrontare e
risolvere, non si può attendere ancora». E le professionalità perdute? «E’ il capitolo più doloroso. se ne
vanno investigatori di altissimo profilo, esperti di ordine pubblico con
un irripetibile bagaglio di conoscenze, costruite anno dopo anno.
Nessuno vuole correre il rischio di trovarsi, alla fine dei 35 anni di
lavoro, con pensioni , magari,ridotte», conclude Montebove.
Preoccupata anche l’analisi del segretario provinciale del Siap,
Pietro Di Lorenzo: «Sono numeri importanti, che in un certo senso
addolorano chi fa questo mestiere. Anche questo fenomeno è una
conseguenza di una crisi già in atto da tempo. Gli uomini dei reparti
mobili, costretti, tanto per fare un esempio, a 40 giorni di servizi
continui senza riposo. E l’età media avanza, ormai vicina ai 45 anni di
età. È ormai chiaro che si tende a ridurre di migliaia di unità, è nel
mirino tutto il comparto sicurezza, non solo polizia, ma anche
carabinieri e Finanza. Alla fine di questo percorso i cali complessivi
saranno pari a migliaia e migliaia di unità».