E' arrivata la sentenza della Consulta dopo
una lunga camera di consiglio: la sua pronuncia non avrà effetti
retroattivi e, quindi, verrà evitato il 'buco' di bilancio di 35
miliardi di euro paventato dall'Avvocatura generale dello Stato.
E' illegittimo il blocco di contratti e
stipendi nella Pubblica amministrazione. Questa la decisione presa dalla
Corte Costituzionale, che, nello stesso tempo, specifica che la sua
pronuncia non avrà effetti retroattivi, e, quindi, verrà evitato il
'buco' di bilancio di 35 miliardi di euro paventato dall'Avvocatura
generale dello Stato.
Questo il comunicato della Consulta dopo una lunga camera di consiglio:
"la Corte Costituzionale ha dichiarato, con decorrenza dalla
pubblicazione della sentenza, l'illegittimità costituzionale
sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per
il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle
che lo hanno prorogato.
L' Avvocatura dello Stato chiedeva alla Corte costituzionale di considerare l'impatto economico della contrattazione: "Di tali effetti non si può non tenere conto a seguito della riforma costituzionale" che "ha riscritto l'art. 81 Cost, a partire dalla disposizione del nuovo comma 1, secondo la quale lo Stato assicura l'equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico".
L' Avvocatura dello Stato chiedeva alla Corte costituzionale di considerare l'impatto economico della contrattazione: "Di tali effetti non si può non tenere conto a seguito della riforma costituzionale" che "ha riscritto l'art. 81 Cost, a partire dalla disposizione del nuovo comma 1, secondo la quale lo Stato assicura l'equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico".