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"La radio gracchia, ti informano che c'è una
richiesta di aiuto. Quante volte hai corso. Quante volte hai rischiato
la vita per aiutare gli altri. Quante volte hai protratto l'orario di
servizio per emergenti e improrogabili esigenze istituzionali.Tante volte. Ciao Nicola". Questa lettera
è stata dedicata a Nicola Scafidi, 28 anni, agente morto durante il
servizio, schiacciato da un furgone impazzito sulla A4. Uno dei tanti,
troppi, poliziotti, carabinieri, militari aggrediti e uccisi dai
banditi. È evidente: vestire una divisa in Italia è difficile e
pericoloso. E nemmeno conveniente, visti gli stipendi e l'abbandono da
parte di Stato e governo che non si degnano nemmeno di assicurare luoghi
di lavoro decenti (GUARDA IL VIDEO DELLE AGGRESSIONI ALLA POLIZIA).
Forze dell'ordine abbandonate
Le cronache recenti dimostrano quanto detto. Ad agosto, nel campo profughi di Rosarno, un migrante ha tirato fuori il coltello e accoltellato
un carabiniere. Per difendersi dall'immigrato, il militare non ha
potuto fa altro che estrarre la pistola e sparare. Ammazzando Sekine Traore
sul colpo. Apriti cielo. Subito scattano lamentele e proteste contro
l'uso delle armi da parte delle Forze dell'ordine. Eppure non è certo
una novità che la polizia finisca sotto attacco. Il caso più grave viene
da Ventimiglia, quando il 6 agosto il sovrintendente capo della
Polizia, Diego Turra, è stato stroncato da un infarto durante
i tafferugli provocati da No Border e anarchici. Ucciso dallo stress,
dalla pressione, dalla fatica di reggere l'ordine pubblico contro chi lo
vuole sovvertire.
A pensarci bene Ventimiglia può raccontare anche altro. Può raccontare una tragedia pienamente italiana. Il commissariato al confine con la Francia, infatti, è una sorta di accampamento nomade al cui interno bivaccano i profughi.
Un orrore. "Bagni rotti, lavandini sudici e pieni di sporco, muri
scrostati, pavimenti in stato pietoso, mattonelle lerce e locali in
abbandono", raccontava Serenella Bettin su ilGiornale. E le foto sono una testimonianza straziante. Situazione simile la vivono i commissiarati di Roma,
che con l'emergenza migranti si sono trasformati in centri profughi
improvvisati. A Viminale ci sono 14 minorenni costretti a dormire nelle
sale d'attesa del commissariato, lo stesso succede a Trevi e Collegio
Romano.
Ottobre di assalti alle Forze dell'Ordine
Ma
se vogliamo concentrarci sui pericoli che ogni giorno un agente corre
per difendere la nostra sicurezza, basta guardare a quanto successo
nella sola prima settimana di ottobre. A Mariano Comense uno spacciatore albanese, Amine Soufiane, 21 anni, per sfuggire alla cattura ha investito e quasi ucciso un agente della
squadra antidroga di Lecco. Sebastiano, 33 anni, è in rianimazione
costretto al coma farmacologico. Il giorno successivo, a Cremona un
secondino della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto. A
San Salvi (Firenze) un poliziotto è stato circondato
nella notte da 6 nordafricani che gli lanciavano addosso sassi e
bottiglie. Per evitare il peggio è stato costretto ad estrarre l'arma e
sparare.. Lo stesso giorno, a Palermo, due agenti sono stati presi a
calci e pugni da un 40enne dopo una lite con la moglie. A Roma invece un
cubano armato di machete ha fatto irruzione in una casa di riposo, ha
preso in ostaggio una suora e poi ha colpito un poliziotto rubandogli la
pistola. Non contento ha aperto il fuoco contro l'agente, ferendolo di
striscio. Bollettino finale: due feriti. Infine, a Napoli militari e
poliziotti sono stati circondati da 100 immigrati inferociti, rischiando
grosso.
L'odio dei magistrati
Il problema è che le forze
dell'ordine non possono nemmeno difendersi, perché a disarmarli c'è la
magistratura. Per due evidenti motivi: il primo, perché grazia i
malviventi catturati con fatica dalle volanti; il secondo, perché sembra
godere nel mettere alla gogna un carabiniere che spara (e magari
uccide) un bandito durante un'azione di ordine pubblico. Volete due
esempi recenti? A Ferrara il 5 ottobre il giudice ha rimesso in libertà il parcheggiatore abusivo nigeriano che aveva strattonato e sbattuto a terra una poliziotta. Ad Ancona,
invece, il pm ha chiesto un anno e otto mesi di carcere per un
carabiniere che un anno fa sparò (e uccise accidentalmente) un ladro
albanese in fuga che con la sua auto stava per investire due colleghi dell'Arma.
Un
episodio che ha fatto esplodere la rabbia dei sindacati. A ragione. "I
poliziotti sono la categoria con le indennità più basse di tutto il
publico impiego - dice Giuseppe Crupi, drigente nazionale Siap - e manca pure la copertura legale per i fatti inerenti al servizio".