Dichiarazione alla stampa Siap -Anfp dei Segretari Tiani e La Spina. -
Quanto è accaduto oggi a Milano dimostra con assoluta evidenza che la
storia è purtroppo destinata a ripetersi. Strade messe a ferro e fuoco,
autovetture incendiate, vetrine distrutte, quartieri devastati e resi
irriconoscibili da chi fa della violenza e della distruzione l’unica
forma di manifestazione del dissenso.
Mazze, maschere, caschi, vere e proprie armi: le tristi divise dei
professionisti del disordine abbandonate per terra. Una Milano sotto
tortura, che ha, tuttavia, saputo reagire immediatamente con dignità e
spirito costruttivo.
Abbiamo sottolineato in più occasioni quanto
delicate e difficili siano le funzioni che siamo chiamati ad esercitare.
Siamo stanchi dei facili ed ormai scontati commenti di chi si
improvvisa all’occorrenza specialista in ordine pubblico, scaricando la
responsabilità sulla Polizia di Stato ed i suoi vertici ed ignorando la
complessità e le enormi difficoltà che la predisposizione e la gestione
di servizi di questo tipo comportano.
Così come auspicheremmo un maggior
senso di responsabilità anche di una parte dei mezzi di comunicazione,
che a volte veicolano rappresentazioni dei fatti parziali o distorte.
Le
immagini che scorrono oggi nei telegiornali, oltre a confermare quanto
abbiamo sempre detto, impongono una seria rilfessione su ciò che è
ancora necessario fare per prevenire e reprimere efficacemente simili
comportamenti.
L’arresto differito per gli autori dei disordini, misure
interdittive sul modello del DASPO, volte ad impedire ai soggetti
pericolosi la partecipazione alle manifestazioni pubbliche ed un
aggravamento delle sanzioni per una serie di reati contro l’ordine
pubblico, che in molti casi sono solo ipotesi contravvenzionali, del
tutto inefficaci a fronte della gravità delle condotte che dobbiamo
fronteggiare.
Il costo che la collettività è costretta a subire è
francamente insopportabile. Come decisamente assai elevati appaiono i
rischi cui i nostri operatori si trovano esposti, a fronte dei quali è
indispensabile un potenziamento degli strumenti di carattere preventivo e
repressivo.
Possiamo affermare con orgoglio di esserci sempre mostrati
aperti al dibattito su ogni argomento che riguardi il nostro universo
professionale. Ma ci auguriamo che oggi, a fronte di una furia lucida e
premeditata, che viola ed offende i principi sanciti dalla nostra
Costituzione, oltre che lo spirito che dovrebbe ispirare i
festeggiamenti per il 1° maggio, si inizi finalmente a riflettere anche
sull’opportunità di un numero identificativo per i manifestanti.
Fatte
salve, ovviamente, le dovute eccezioni, che per nostra fortuna
continuano ancora a rappresentare la netta maggioranza dei casi.