lunedì 25 maggio 2015

giovedì 14 maggio 2015

SEDI DISAGIATE 2016: ESITO PRIMO INCONTRO .



individuazione delle sedi disagiate per l’anno 2016
correggere le incongruenze e fare presto



Nella mattina odierna si è tenuto presso il Dipartimento della P.S. il previsto incontro tra una delegazione dell’Amministrazione - composta dal Direttore dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali, Dott. Ricciardi, dai rappresenti della Direzione Centrale per i Servizi di Ragioneria, dalla Direzione Centrale per gli Affari Generali e dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane – e le OO.SS. della Polizia di Stato, per l’inizio dei lavori afferenti la definizione dell’elenco delle sedi disagiate per l’anno 2016, ex art. 55 del D.P.R. 335/82.

Nell’incontro, che ha avuto carattere preliminare, l’Amministrazione ha posto all’attenzione delle Rappresentanze sindacali la necessità di inviare nuovamente una Scheda di rilevamento degli elementi caratteristici per il riconoscimento dello status di sede disagiata per l’anno 2016 agli Uffici di Polizia, per rilevare eventuali modifiche o variazioni rispetto alla ricognizione fatto lo scorso anno.

Le scriventi OO.SS., sottolineando la validità del metodo condiviso nella revisione delle sedi disagiate finalmente secondo criteri oggettivi – non disgiunti da valutazioni ad hoc su specifiche criticità – hanno tuttavia evidenziato alcune inesattezze nei dati raccolti dall’Amministrazione per ritardi o erronea compilazione della Scheda di rilevamento.

Si sono determinate quindi incongruenze e disparità di trattamento evidenti che le scriventi OO.SS. hanno già segnalato e che dovranno necessariamente essere “sanate” nel nuovo decreto.

Nella riunione è stato contestato all’Amministrazione che, di fatto, la disciplina della mobilità del personale ancora non permette a tutti gli operatori che prestano servizio nelle sedi disagiate di fascia “A” di vedersi riconosciuti i benefici concreti per il trasferimento.

Le scriventi OO.SS. hanno chiesto quindi l’insediamento in tempi brevi del tavolo tecnico per l’avvio della discussione sulle sedi disagiate per l’anno 2016 per evitare che, anche stavolta, il ritardo nella chiusura del tavolo, dovuto alle lentezze e agli errori nell’invio dei dati da parte dell’Amministrazione territoriale, insieme al complesso iter che porta all’emanazione del decreto ministeriale, possa condurre allo stesso ritardo verificatosi per il 2015, con ripercussioni negative per i Poliziotti in servizio nelle sedi disagiate di nuovo riconoscimento.

L’Amministrazione si è detta disponibile a quanto richiesto dalla scriventi OO.SS. ed ha previsto di convocare nell’ultima settimana del mese di maggio la prima seduta del tavolo tecnico per le sedi disagiate.



Roma, 13 maggio 2015.



MOVIMENTI MINISTERIALI - DOPO QUELLI GIA' PREVISTI CON DECORRENZA 26 MAGGIO CI SARANNO ULTERIORI TRASFERIMENTI CON DECORRENZA LUGLIO P.V. E' IMPORTANTE PRENDERE ATTO CHE LE REVOCHE ALLE ISTANZE PRECEDENTEMENTE PRESENTATE DEVONO PERVENIRE ALL'UFFICIO DI APPARTENENZA ENTRO IL 30 MAGGIO 2015.


venerdì 8 maggio 2015

IMMIGRATI - TIANI, CONTROLLI SANITARI INSUFFICIENTI, RISCHIO ALTO.

  • IMMIGRATI: SINDACATI POLIZIA, CONTROLLI SANITARI INSUFFICIENTI, RISCHIO È ALTO  = Tiani (Siap), 'Europa lascia soli nostri agenti a risolvere emergenzà (AdnKronos) - Grande assente, in questa vicenda, è l'Europa, spiega Giuseppe Tiani, segretario del Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia): «Il nostro sindacato -spiega Tiani- denuncia da tempo la mancanza di un intervento efficace da parte della Comunità europea, che lascia soli il nostro Paese e i nostri agenti che devono gestire l'emergenza sul territorio». Sufficiente, per capire «l'allarmismo, in parte giustificato, sulla gestione dei flussi migratori in materia di rischi igienico-sanitari -continua il segretario del Siap- guardare i dati che i nostri operatori raccolgono ogni giorno». «La direzione centrale del Servizio sanitario della Polizia di Stato -prosegue- è da sempre impegnata in attività di prevenzione, monitoraggio e censimento, per predisporre le più efficaci misure di contrasto e per evitare ogni forma di contagio da parte di persone che provengono da Paesi con condizioni sanitarie che non corrispondono agli standard europei. In quest'ottica -conclude Tiani- credo che serva un maggiore impegno da parte del Servizio sanitario nazionale». 
  • IMMIGRATI: SINDACATI POLIZIA, CONTROLLI SANITARI INSUFFICIENTI, RISCHIO È ALTO = Innocenzi (Consap), 'Decine di casi di contagio tra agenti - Molti migranti mai sottoposti a visita sanitarià Roma, 6 mag. (AdnKronos) - Controlli sanitari sui migranti insufficienti e approssimativi, che mettono in pericolo la salute degli operatori di polizia e di chiunque venga a contatto con il rischio di contagio da malattie come scabbia, varicella e Tbc. L'allarme arriva dai sindacati di polizia che, interpellati dall'Adnkronos, denunciano «le falle di un sistema incapace di far fronte al crescente numero di arrivi» sulle nostre coste: «Il 50% dei migranti scappa la prima notte, gli altri subito dopo e molti di loro ci dicono di non aver mai subito un controllo sanitario», dice il segretario del Coisp, Franco Maccari. Di «decine di casi di contagio tra gli agenti» parla invece Giorgio Innocenzi, segretario del sindacato Consap, mentre per il segretario del Siap Giuseppe Tiani «la Comunità Europea lascia da solo il nostro Paese e i nostri agenti, in prima linea sul territorio». «Sono tantissimi quelli che riescono a scappare portando il rischio in giro per il Paese», spiega Giorgio Innocenzi, segretario della Consap (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia). A rischiare sono, in primo luogo, gli agenti di polizia: «Tra gli operatori che hanno lavorato per la gestione dei flussi migratori -continua Innocenzi- sono decine i casi di contagio riconosciuti dal Dipartimento della Pubblica sicurezza e messi sotto osservazione». «Il problema, però -prosegue il segretario della Consap- oggi è diventato di ordine generale: dei 50 migranti scappati a Roma, -spiega- 13 avevano avuto problemi sanitari e due erano addirittura stati ricoverati e non si tratta di un caso isolato». Il problema è che manca un filtro all'inizio: «Come si può pensare che bastino uno o due medici a bordo delle navi per fare un controllo adeguato, che vada oltre i sintomi più evidenti, per centinaia di persone? Oltre a delle dotazioni per gli operatori che salvaguardino gli operatori dal contagio, servirebbero invece delle strutture sul territorio in grado di effettuare dei controlli approfonditi».

Tra rischi sanitari e fughe i problemi dell'immigrazione si scaricano sui poliziotti. Ancora una volta gli allarmi del SIAP rompono il muro di gomma che impedisce un serio esame della questione: vasta eco nei media.